Cosa sono davvero gli screening medici? Ecco quali ti servono e quando non sono utili

I test di screening rappresentano un elemento chiave della medicina preventiva: hanno l

I test di screening sono protocolli di indagini preventive applicati a individui apparentemente sani per individuare in fase precoce malattie o condizioni a rischio, prima che si manifestino sintomi evidenti. Il loro obiettivo primario è intercettare patologie in una fase iniziale, quando le possibilità di intervento e di guarigione sono significativamente più alte. Nel contesto della sanità pubblica, assumono una funzione cruciale per ridurre mortalità e morbilità correlate a determinate patologie croniche e tumori.

Definizione e principi dello screening

Il termine screening indica una procedura standardizzata eseguita su vasta scala per individuare soggetti con una patologia o con forte rischio di svilupparla, anche se privi di qualsiasi sintomo o segno clinico. A differenza degli esami diagnostici, rivolti a chi presenta sintomi sospetti, lo screening si applica a popolazioni considerate a rischio (per età, sesso, fattori ereditari o abitudini) o, per alcune malattie, a tutta la popolazione di una certa fascia anagrafica. Spesso, queste iniziative sono organizzate a livello nazionale o regionale come programmi di sanità pubblica strutturati e ripetuti periodicamente.

Secondo l’enciclopedia Wikipedia, lo screening nasce con il fine di identificare i casi positivi al test per avviarli a ulteriori approfondimenti diagnostici, migliorando la diagnosi precoce delle malattie più gravi e consentendo interventi tempestivi ed efficaci.

Quando è indicato uno screening: i criteri internazionali

Non tutte le malattie sono adatte a essere sottoposte a programmi di screening di massa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha definito 10 criteri fondamentali affinché una patologia sia idonea allo screening nell’ambito della salute pubblica:

  • La malattia deve essere un problema importante di salute.
  • Deve esistere una terapia efficace per la patologia rilevata.
  • Devono essere disponibili strutture adeguate alla diagnosi e alla cura.
  • La patologia deve avere uno stadio latente individuabile.
  • Deve esistere un test affidabile per identificare la malattia nella fase iniziale.
  • Il test deve essere socialmente accettato dalla popolazione target.
  • La storia naturale della patologia deve essere chiaramente compresa.
  • Devono esserci linee guida condivise su chi sottoporre a trattamento.
  • Il costo dello screening deve essere giustificato rispetto al beneficio atteso e ai costi complessivi della sanità.
  • Lo screening deve essere continuativo e non episodico.

Questi criteri sono essenziali per evitare che i test vengano effettuati su vasta scala in modo inutile, dispendioso o addirittura potenzialmente dannoso.

Quali screening sono raccomandati e come scegliere quelli utili

I programmi di screening raccomandati dal Servizio Sanitario Nazionale si basano su solide evidenze scientifiche e riguardano un ristretto gruppo di patologie. Sono offerti gratuitamente o su invito e rivolti a determinate categorie della popolazione, in base a sesso ed età. Gli screening considerati efficaci sono:

  • Screening cervicale (Pap-test o HPV test): rivolto alle donne tra i 25 e i 65 anni per la prevenzione dei tumori al collo dell’utero, da ripetersi ogni 3-5 anni in assenza di fattori di rischio aggiuntivi.
  • Mammografia: consigliata alle donne generalmente tra i 50 e i 69 anni per la diagnosi precoce del tumore al seno, con cadenza biennale.
  • Screening del colon-retto (ricerca del sangue occulto nelle feci o colonscopia): rivolto a uomini e donne di età compresa – di solito – tra i 50 e i 74 anni, ripetuto ogni 2 anni.

Alcuni test, invece, sono indicati solo in presenza di fattori di rischio specifici: ad esempio, l’ecografia della tiroide per chi ha una storia familiare importante o esami cardiovascolari approfonditi per chi soffre di ipertensione o ha patologie metaboliche.

Nella popolazione pediatrica e adolescenziale, le strategie di screening sono più selettive e solitamente richiedono l’identificazione di particolari condizioni genetiche o familiari.

È utile ricordare che non tutti gli esami di laboratorio o strumentali dovrebbero essere eseguiti senza una reale indicazione clinica o un sospetto fondato, secondo le raccomandazioni delle principali società scientifiche e linee guida nazionali.

Quando gli screening non sono utili o possono essere dannosi

L’efficacia dello screening si basa sulla capacità del test di migliorare la prognosi dei partecipanti e di avere un rapporto rischio-beneficio favorevole. Esami inutili o effettuati senza indicazione possono portare a effetti indesiderati, come:

  • Falsi positivi: risultati che suggeriscono la presenza di una malattia inesistente, causando ansia e ulteriori test invasivi inutili.
  • Falsi negativi: rassicurazioni ingiustificate che possono ritardare una vera diagnosi.
  • Sovradiagnosi: individuazione di anomalie che, se non scoperte, non avrebbero mai avuto impatto sulla salute del paziente.
  • Oneri economici e organizzativi a carico della sanità pubblica e dei cittadini.

Di conseguenza, gli screening non dovrebbero essere effettuati in modo indiscriminato o per patologie a bassa incidenza, prive di un test affidabile, o per condizioni senza una terapia efficace. Ad esempio, esami di imaging annuali in soggetti giovani e sani, o test tumorali non supportati da evidenze scientifiche nella popolazione generale, sono sconsigliati e in alcuni casi possono determinare più rischi che benefici.

Fondamentale è distinguere tra esami di routine, consigliati in relazione a età, sesso e fattori di rischio, e test diagnostici prescritti dal medico in presenza di sintomi, segni clinici o sospetti concreti.

Ruolo del medico e dell’informazione

Il medico di medicina generale e lo specialista svolgono un ruolo centrale nell’orientare il cittadino verso gli screening realmente utili, valutando attentamente la storia clinica, le comorbidità e le evidenze scientifiche aggiornate. Un colloquio informativo e personalizzato contribuisce a prevenire l’effettuazione di esami inutili, dannosi o costosi, promuovendo una prevenzione efficace e consapevole.

La conoscenza aggiornata dei vantaggi e dei limiti dei test di screening favorisce una decisione informata del singolo: eseguire le indagini raccomandate, evitare quelle inutili, e integrare eventuali nuovi test in funzione delle evoluzioni delle linee guida nazionali e internazionali.

In definitiva, lo screening in medicina offre risultati significativi solo quando viene applicato con criterio e secondo evidenze di efficacia, individuando le patologie che davvero si beneficiano di una diagnosi precoce. Un approccio critico e personalizzato agli esami medici, basato sul confronto con il proprio medico, è la miglior strategia per una salute ottimale.

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