Allerta epizoonosi: ecco le malattie pericolose che gli animali possono trasmetterti

Negli ultimi anni, la crescente vicinanza tra esseri umani e animali, domestici e selvatici, ha aumentato l’attenzione verso le patologie che possono passare da una specie all’altra. Queste malattie, note come epizoonosi o più comunemente zoonosi, rappresentano un capitolo fondamentale della medicina veterinaria e della salute pubblica, poiché possono talvolta causare manifestazioni gravi anche nell’uomo. I microrganismi responsabili di queste infezioni includono virus, batteri, parassiti e funghi, e le vie di trasmissione variano: dal contatto diretto con l’animale infetto, all’esposizione a secrezioni o deiezioni, fino alla puntura di vettori come zanzare e zecche.

Le principali zoonosi: rischi e trasmissione

Tra le zoonosi più importanti che possono essere trasmesse dagli animali all’uomo, una delle più rilevanti è la leishmaniosi. Questa patologia, sostenuta dal protozoo Leishmania infantum, utilizza il cane come serbatoio naturale, ma la trasmissione avviene tramite la puntura del flebotomo, un insetto vettore noto soprattutto nelle aree mediterranee. Il flebotomo si nutre di sangue su un animale infetto e può poi inoculare il parassita a un altro ospite, uomo compreso. La malattia si manifesta con forme cutanee o viscerali, le quali, nelle loro varietà sistemiche, possono diventare pericolose e perfino mortali, soprattutto nei bambini e nei soggetti con sistema immunitario compromesso.

Un altro importante gruppo di zoonosi comprende le infezioni trasmesse da zecche e pulci. In Italia e nel bacino europeo, le malattie da rickettsiosi e le infezioni sostenute da protozoi come la Babesia (responsabile della babesiosi) e batteri come Anaplasma (causa dell’anaplasmosi), stanno assumendo una crescente rilevanza. La babesiosi si manifesta con sintomi simili all’influenza, ma può causare quadri severi nei pazienti più fragili, come anziani, persone con patologie croniche renali o epatiche, e immunocompromessi. L’anaplasmosi, invece, provoca febbre, brividi, dolori muscolari e cefalea. Il rischio di contrarre queste infezioni è più elevato nei mesi estivi, periodo di maggiore attività delle zecche.

Parassitosi gravi: la minaccia dei vermi e delle larve

Alcune fra le più insidiose zoonosi si presentano sotto forma di parassitosi provocate da vermi e larve, spesso asintomatiche negli animali ma estremamente pericolose per l’uomo. Un esempio paradigmatico è Echinococcus granulosus, un verme piatto di cui il cane è ospite definitivo. Le sue uova, eliminate con le feci, possono essere ingerite accidentalmente dall’uomo che diventa ospite intermedio e sviluppa forme gravi di echinococcosi. Le larve danno origine a cisti in organi come fegato e polmoni, che se non trattate possono comprimere le strutture vitali e, in caso di rottura, causare shock anafilattico o infezioni letali.

Un’altra parassitosi da non sottovalutare è quella provocata dagli ascaridi (Toxocara canis del cane e Toxocara cati del gatto). Gli esseri umani, soprattutto i bambini dai 1 ai 3 anni che hanno maggiore tendenza a portare le mani alla bocca, possono ingerire uova contaminate dal suolo o da superfici sporcate da feci di animali infetti. Le larve ascaridiche, una volta entrate nell’organismo umano, possono migrare e localizzarsi in vari organi, inclusi occhi e sistema nervoso centrale, causando lesioni anche permanenti come la cecità pediatrica.

Prevenzione e buone pratiche di convivenza

La prevenzione rappresenta la strategia più efficace contro il rischio di epizoonosi. Alcuni comportamenti chiave possono ridurre notevolmente le possibilità di infezione:

  • Controlli veterinari regolari per gli animali domestici, con piani di vaccinazione e trattamenti antiparassitari specifici e aggiornati.
  • Igiene delle mani: lavarle sempre dopo aver toccato gli animali o i loro accessori e prima di mangiare.
  • Gestione corretta delle deiezioni, specialmente nelle aree pubbliche e nei giardini, per evitare la contaminazione ambientale di agenti patogeni come uova e larve di parassiti.
  • Mantenimento e pulizia delle cucce e degli ambienti frequentati dagli animali, per ostacolare la presenza di zecche, pulci e altri vettori potenzialmente infetti.
  • Utilizzo di dispositivi di protezione individuale (guanti, scarpe chiuse) quando si lavora a contatto con animali potenzialmente infetti (in ambienti rurali, veterinari, allevamenti).
  • Educazione e informazione per i bambini e le persone che convivono con animali riguardo ai rischi, alle modalità di trasmissione e alle norme igieniche corrette.
  • Il monitoraggio costante della salute degli animali domestici e l’attenzione nella gestione delle emergenze sanitarie sono fondamentali per impedire la diffusione di zoonosi nell’ambiente urbano, soprattutto quando si riscontrano sintomi anomali (come perdita di peso, letargia, anomalie cutanee) o condizioni d’infestazione riconoscibile con parassiti esterni.

    Ampio spettro di zoonosi: batteri, virus e miceti

    Oltre alle forme parassitarie, il rischio zoonosico comprende anche un ampio spettro di malattie batteriche, tra cui la salmonellosi, frequentemente associata ad animali da compagnia come rettili, ma anche a piccoli mammiferi e uccelli. Sintomi come dolori addominali, diarrea e febbre possono evolvere in forme più gravi nei soggetti fragili. La toxoplasmosi, dovuta al protozoo Toxoplasma gondii, viene frequentemente trasmessa al serbatoio felino e veicolata attraverso le feci o alimenti contaminati, risultando particolarmente pericolosa durante la gravidanza.

    Tra le infezioni virali zoonotiche spicca la rabbia, malattia quasi sempre letale se non trattata rapidamente dopo l’esposizione. La trasmissione avviene mediante morsi o graffi di animali infetti (principalmente mammiferi selvatici, ma anche domestici non vaccinati). In Italia, grazie alla massiccia campagna vaccinale, la rabbia è sotto controllo, ma resta una minaccia in molte regioni del mondo.

    Da non trascurare nemmeno le zoonosi provocate da miceti (funghi), come la microsporia e la tigna, trasmesse da cani e gatti e responsabili di infezioni cutanee pruriginose e difficili da eradicare senza una diagnosi tempestiva e cure specifiche.

    Ruolo della sanità pubblica e sorveglianza epidemiologica

    Le zoonosi rappresentano un vero banco di prova per la sanità pubblica, impegnata in strategie di sorveglianza e controllo delle malattie condivise tra uomo e animale. La collaborazione tra medici veterinari, medici umani, biologi e enti di prevenzione territoriale è essenziale per rispondere efficacemente alle emergenze sanitarie derivanti da nuove epizoonosi o ricomparse di patologie storiche. I sistemi di allerta precoce, la tracciabilità dei focolai e l’informazione tempestiva alla popolazione rappresentano strumenti imprescindibili nel contrasto all’insorgenza e alla diffusione delle malattie zoonotiche, specie in un contesto globale in cui la mobilità di animali e persone favorisce la rapida circolazione degli agenti patogeni.

    L’approccio One Health sottolinea quanto la salute della popolazione umana sia strettamente interconnessa con quella animale e dell’ambiente: solo una gestione condivisa e coordinata può prevenire le crisi sanitarie future. L’esperienza acquisita con patologie emergenti, come la leishmaniosi e le infezioni da zecche, dimostra la necessità di rafforzare reti di sorveglianza, sensibilizzazione e intervento sul territorio.

    La conoscenza delle principali epizoonosi, insieme alla promozione di una cultura della prevenzione responsabile, permette di vivere in armonia con gli animali, salvaguardando nello stesso tempo la salute collettiva.

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