Il tessuto non tessuto, comunemente abbreviato come TNT, è diventato un oggetto di uso quotidiano, impiegato per realizzare borse riutilizzabili, mascherine, teli protettivi, indumenti sanitari e molti altri articoli. Spesso si pensa erroneamente che possa essere smaltito come i normali tessili o, peggio ancora, nella raccolta generica, ma la sua vera destinazione dipende da specifiche caratteristiche e dalle linee guida locali.
Cos’è il tessuto non tessuto e le sue peculiarità
Il tessuto non tessuto si distingue dai tessuti tradizionali sia per composizione che per modalità produttiva. Non è un prodotto ottenuto mediante la tessitura o la maglieria, bensì è formato da un velo di fibre come il polipropilene, il poliestere o la viscosa, che vengono aggregate tramite procedimenti meccanici, termici o chimici. Questa struttura conferisce al TNT una grande versatilità, rendendolo resistente, impermeabile e facile da modellare per molteplici impieghi industriali e domestici. La caratteristica peculiare è che, a differenza delle fibre naturali come cotone o lana, il TNT è solitamente composto da **materiali sintetici** come il polipropilene, che rappresentano circa il 60-70% della produzione globale di TNT.
Proprio queste peculiarità lo rendono anche un materiale da gestire con attenzione a livello di smaltimento, poiché non può essere riciclato insieme ai normali tessili o alle semplici plastiche.
Dove va buttato il tessuto non tessuto?
La destinazione corretta del tessuto non tessuto dipende principalmente dalla sua composizione, dallo stato d’uso e dalle regole attuate dal proprio Comune di residenza. Nella maggioranza dei casi, il TNT viene considerato un rifiuto di tipo plastico, soprattutto se si tratta di **articoli monouso, mascherine o sacchetti**. Tuttavia, non tutti i servizi di raccolta accettano questo materiale nel contenitore della plastica tradizionale. Ecco le principali opzioni:
- Raccolta della plastica: In alcuni Comuni, è possibile conferire TNT costituito principalmente da polipropilene (ad esempio borse e shopper per la spesa) nella raccolta della plastica, purché sia pulito e separato dagli altri materiali. Tuttavia, questa possibilità è soggetta a conferma da parte dell’ente locale e ai requisiti dei centri di riciclo.
- Ecocentro o raccolta differenziata speciale: Dove i servizi cittadini prevedono raccolte specifiche o contenitori per plastiche flessibili e TNT, è possibile conferire questi oggetti presso i punti di raccolta designati, come l’ecocentro comunale. Alcuni rivenditori o associazioni organizzano anche proprie campagne di raccolta specializzata.
- Indifferenziata: Nel caso in cui non vi siano alternative, oppure se il materiale è molto sporco o contaminato, il tessuto non tessuto va inserito nei rifiuti indifferenziati. Tuttavia, questa scelta dovrebbe essere l’ultima soluzione, poiché i rifiuti indifferenziati finiscono spesso in discarica o all’inceneritore con conseguenti impatti ambientali non trascurabili.
Come regola generale, è consigliabile controllare sempre le specifiche indicazioni del proprio Comune, poiché la gestione dei rifiuti varia in funzione delle infrastrutture disponibili e delle convenzioni locali.
Perché non gettarlo nei tessili tradizionali?
Un errore diffuso è considerare il TNT come un tessuto a tutti gli effetti e smaltirlo quindi insieme ad abiti usati o altri materiali tessili. Tuttavia, la composizione prevalentemente sintetica e il processo produttivo diverso fanno sì che il TNT non sia adatto al riciclo dei tessuti, che riguarda soprattutto fibre naturali come cotone, lino, lana e seta.
I consorzi per il riciclo dei vestiti usati non accettano TNT perché difficilmente riciclabile negli impianti tradizionali dedicati ai tessili. Inserire il TNT in questi contenitori compromette il processo di recupero e riduce il valore del materiale raccolto.
Recupero, riciclo e alternative sostenibili
Il corretto smaltimento del tessuto non tessuto rappresenta solo una delle fasi della sua gestione sostenibile. Prima ancora di pensare alla raccolta, esistono alcune strategie utili per ridurne l’impatto ambientale:
- Riutilizzo: Dal momento che il TNT è un materiale resistente, può essere impiegato nuovamente per lo stesso scopo (ad esempio come sacchetto per la spesa) o riadattato per altre funzioni domestiche.
- Pulizia e manutenzione: Con una corretta manutenzione (lavaggio a mano o in lavatrice, senza prodotti troppo aggressivi) è possibile allungare notevolmente la vita utile di borse e accessori in tessuto non tessuto.
- Riciclo tramite circuiti dedicati: Alcuni centri di raccolta o ecocentri accettano il TNT per avviarlo a specifici percorsi di riciclo. In alcune aree d’Italia sono presenti raccolte specializzate in plastica flessibile o polipropilene, a cui appartiene la maggior parte dei prodotti in TNT.
- Iniziative di raccolta: Alcune associazioni, negozi e supermercati organizzano iniziative temporanee o permanenti di raccolta di borse in TNT, specialmente per favorire il corretto riciclo o la valorizzazione per progetti di economia circolare.
Quando la raccolta separata non è disponibile e il materiale risulta inutilizzabile, la soluzione rimane il conferimento nell’indifferenziata, ricordando però che questa scelta dovrebbe essere presa solo dopo aver escluso tutte le alternative più sostenibili.
Approfondimento tecnico: il polipropilene
Una menzione particolare va fatta al polipropilene, la principale materia prima del tessuto non tessuto. Si tratta di un polimero termoplastico ampiamente usato grazie a costi di produzione contenuti, buona resistenza chimica e possibilità di riciclo, se raccolto nella filiera corretta. Il polipropilene viene infatti spesso riciclato per ottenere nuovi oggetti plastici, ma questo processo necessita di separazione da altri materiali per essere efficace.
Le filiere innovative dell’industria del riciclo stanno sviluppando metodologie sempre più evolute per separare e recuperare i materiali polimerici, consentendo così una gestione più virtuosa anche del TNT, purché esso venga conferito nell’apposita raccolta.
Conclusioni e consigli pratici
Smaltire correttamente il tessuto non tessuto significa contribuire a ridurre l’inquinamento, favorire la valorizzazione dei materiali e supportare la circolarità delle materie prime. Per non sbagliare:
- Non conferire il TNT nei contenitori dei tessili, né del vetro, della carta o dell’organico.
- Utilizza la raccolta della plastica solo se specificamente previsto dal servizio cittadino. In alternativa, rivolgiti all’ecocentro locale o cerca iniziative specifiche per la raccolta del tessuto non tessuto.
- Ricorda che il riuso è sempre la soluzione più sostenibile: prima di gettare, valuta se puoi prolungare la vita del prodotto, anche con piccoli interventi di manutenzione o riconversione d’uso.
- Quando nessuna alternativa è disponibile, utilizza l’indifferenziata, ma solo come ultima spiaggia, per non gravare inutilmente sull’ambiente.
Adottando comportamenti informati e responsabili, è possibile gestire il tessuto non tessuto in modo ecologico, contribuendo a un sistema di raccolta differenziata efficiente e sostenibile, e facendo davvero la differenza nella lotta contro l’inquinamento dei rifiuti moderni.