Quando ci si accorge della presenza di muffa in casa, è fondamentale agire tempestivamente sia per ragioni di salute che per evitare danni strutturali all’immobile. La muffa si presenta spesso con segnali evidenti come macchie nere o verdastre su pareti e soffitti, ma può manifestarsi anche con un odore sgradevole di marcio, aloni brunastri e sintomi respiratori nei residenti. Il problema non riguarda solo l’aspetto estetico, ma è nocivo per la salute, poiché la proliferazione di spore fungine in ambienti umidi può provocare allergie, asma e irritazioni alle vie respiratorie, specialmente nei soggetti più sensibili come bambini e anziani.
Chi chiamare per affrontare il problema
Il primo passo, soprattutto se si vive in una casa in affitto, è avvisare il proprietario dell’immobile, comunicando tempestivamente la presenza della muffa. Questo perché la responsabilità della bonifica può dipendere dalla causa del problema: se la muffa deriva da difetti strutturali come infiltrazioni o cattiva coibentazione, spetta al proprietario intervenire; se, invece, è dovuta a cattive abitudini di chi abita l’appartamento (ad esempio, scarsa ventilazione o stendibiancheria costantemente in casa), la questione si complica e può diventare oggetto di disputa.
Nel caso di condominio, la responsabilità delle aree comuni affette da muffa ricade generalmente sull’amministratore condominiale, secondo quanto previsto dall’Articolo 1131 del Codice Civile. L’amministratore ha infatti il dovere di curare la manutenzione delle parti comuni, compresa la prevenzione e la rimozione della muffa condominiale.
Per la diagnosi e la risoluzione del problema nelle proprietà private, la soluzione migliore è contattare un’azienda specializzata nella bonifica della muffa o un tecnico diagnostico esperto in umidità edilizia. Le aziende serie dispongono di strumentazione avanzata e conoscenza specifica delle diverse tipologie di umidità – di risalita, da condensa, da infiltrazione – fornendo una soluzione mirata. Data la delicatezza della questione, è sconsigliato affidarsi solo a sopralluoghi gratuiti offerti da operatori improvvisati: spesso questi non identificano correttamente la causa del problema e possono portare a interventi inutili o costosi.
Costi reali: sopralluogo, diagnosi e procedura
I costi associati alla gestione della muffa variano notevolmente a seconda della complessità del caso e dell’intervento richiesto. Il panorama italiano vede una forte presenza di aziende che propongono sopralluoghi gratuiti, ma spesso questi hanno un valore diagnostico molto basso e possono sfociare in preventivi ingiustificatamente elevati. È importante quindi distinguere tra:
- Sopralluogo gratuito: utile solo per valutazioni superficiali; spesso viene utilizzato come metodo di acquisizione clienti e non garantisce l’individuazione precisa della causa dell’umidità. Ciò può tradursi in proposte di lavoro molto costose, senza soluzione certa.
- Sopralluogo professionale a pagamento: si tratta di un’analisi diagnostica approfondita svolta con strumenti idonei (igrometri, termometri a infrarossi, misuratori di salinità) dalla durata da 1 a 3 ore. Il costo medio per una diagnosi affidabile parte da circa 150 a 300 euro, cifra che può aumentare se sono necessarie valutazioni su più ambienti o strumentazioni più avanzate per individuare infiltrazioni complesse.
- Diagnostica completa con certificazione: nei casi controversi, ad esempio per controversie legali o ripartizione di responsabilità, occorre una perizia tecnica dettagliata e certificata. Qui i costi possono salire anche fino a 1.000 euro o più, soprattutto se sono richiesti campionamenti di materiali, fotografie e relazioni tecniche ad uso giudiziario.
- Intervento di bonifica: una volta stabilita la causa, la bonifica professionale parte da 400-500 euro per piccoli ambienti, ma può raggiungere anche 2.000–3.000 euro se il problema è esteso o richiede trattamenti su ampia superficie, con eventuale rifacimento intonaci, applicazione di prodotti antimuffa specifici e deumidificatori industriali.
È utile ricordare che spendere migliaia di euro per un’analisi quando il problema era localizzato si è spesso dimostrato inutile; in altri casi, invece, solo un’indagine approfondita ha permesso di svelare cause nascoste (come un tubo rotto dietro una parete), risolvendo definitivamente la problematica senza sforare il budget.
Cause della muffa e prevenzione
Le cause principali della crescita della muffa in ambiente domestico sono riconducibili a umidità ambientale elevata, infiltrazioni, ponti termici – ovvero zone della parete in cui si verifica dispersione di calore e conseguente condensa –, abitudini sbagliate (come ristagno dell’aria per scarsa ventilazione), e difetti di costruzione. Gli spazi più colpiti sono bagni, cucine, camere da letto e angoli ciechi dietro gli armadi. Anche la condensazione sui vetri e l’odore sgradevole negli armadi sono segnali inequivocabili della presenza di muffa.
Per prevenire la muffa, si consiglia di:
- Garantire una buona ventilazione degli ambienti, arieggiando frequentemente e, se possibile, installando ventilazione meccanica controllata.
- Evitare di posizionare mobili ingombranti a diretto contatto con le pareti fredde o perimetrali.
- Utilizzare deumidificatori e verificare l’efficienza degli impianti idraulici.
- Isolare termicamente le pareti soggette a condensa, migliorando la coibentazione.
- Monitorare la comparsa di sintomi respiratori negli occupanti della casa.
Cosa fare in caso di controversia o inquilino
Se la muffa compare in una casa in affitto, la prima azione resta comunicare il problema al proprietario e verificare, magari tramite una ditta specializzata, la vera causa all’origine della muffa. In caso di inerzia o mancata risoluzione, è possibile sporgere denuncia all’ASL o ricorrere ad un perito tecnico per ottenere una consulenza terza sulla natura e sull’origine del problema, fondamentale anche per eventuali azioni legali.
L’inquilino deve comunque provare che le condizioni dell’immobile non sono idonee alla salubrità tramite documentazione fotografica, relazioni tecniche o pareri medici se vi sono sintomi conseguenti. Spesso la presenza di muffa può giustificare una richiesta di riduzione del canone o lo scioglimento del contratto di locazione, qualora il difetto costruttivo sia grave o non risolvibile.
Affidarsi a professionisti qualificati è sempre la scelta più sicura per evitare errori costosi e risolvere in modo efficace e duraturo la presenza di umidità e muffa in casa. La salute e la sicurezza abitativa ne guadagneranno in modo considerevole.